Poeta finlandese. È la personalità di maggior rilievo nella poesia
finnica del decennio 1920-1930. Fu un pessimista, un crepuscolare; la sua lirica
risente del simbolismo francese e dell'espressionismo tedesco. Le sue prime
raccolte di versi,
Il vento e la spiga e
I veleggiatori, sono in
metro libero di spirito espressionista. Più curata è la forma in
Dall'occhio all'occhio, testimonianza di un profondo contrasto tra gioia
sensuale di vivere e spiritualità. Nella raccolta
A piedi nudi,
ricca di colori e di immagini,
K. vede senza ribellarsi il proprio
destino, e in
Il sogno e la morte affronta con desolato coraggio la
malattia mentale per la quale fu ricoverato qualche tempo in una clinica.
Morì di tubercolosi (Heinola 1901 - Nizza 1933).